martedì 13 dicembre 2011

Dona Flor e i suoi due mariti

Il titolo di questo post è dedicato ad uno dei miei romanzi preferiti, a firma dello scrittore brasiliano Jorge Amado. Anche il mio blog gli rende omaggio: "l'officina dei miracoli" è ispirato dal titolo di un altro suo libro, La bottega dei miracoli. Di Amado adoro la freschezza e la politicità, l'inno all'amore e alla cucina, le storie avvincenti e le ambientazioni calde. Ormai è da tanti anni che non mi capita di leggere un suo libro e mi riprometto di farlo al più presto. So che quando avrò voglia di amore e di storie e di Storie, nella scrittura di Amado potrò sempre trovare nutrimento. E avere di queste certezze non è poca cosa.
Giovedì sera sono stata invitata a cena da un'amica colombiana, Sylvia. Abbiamo parlato di letteratura sudamericana, uno dei miei soggetti preferiti. Ho scoperto che anche lei ha una passione per Amado e per il suo Dona Flor. Abbiamo riso insieme, tra le birre e le tarte flambée, sulla fantastica storia di donna Flor, alle prese con un defunto marito ballerino che continua a farle visita e un marito farmacista e serioso di cui non può dirsi non innamorata.
L'atmosfera della brasserie alsaziana condita dai sapori della narrativa sudamericana ha reso la serata davvero piacevole.
Ai miei occhi, Bucaramanga (la città di Sylvia) e Bari (la mia) sembravano avere in comune soltanto la B. Finché una serata dicembrina (a Strasburgo) ha scombussolato le carte rendendomi grata per i fili che la letteratura è capace di intessere anche da un capo all'altro del mondo.

Nessun commento:

Posta un commento