mercoledì 14 dicembre 2011

Kindle

Ho comprato il Kindle. E' arrivato già a casa mia, prima di me. Domenica torno anch'io  e farò la sua conoscenza.
Oggi però non ho resistito e alla librarie Kleber ho comprato due libri dalle meravigliose copertine. Alla vostra sinistra potete ammirarne un esemplare: non è stupendo?
A parte la  dolce illustrazione, l'ho comprato perché è un romanzo degli anni Venti e quindi riguarda il mio mémoire. E perché ho sempre sentito parlare di Stefan Zweig e non ho mai avuto l'occasione di leggerlo. In più mi è stato consigliato da un'amica e la mia curiosità verso i libri consigliati da persone di cui mi fido mi fa volare in cassa nel giro di cinque secondi.
Il bello (per me il pericolo) di aggirarsi nelle librerie francesi è che ci sono migliaia di libri sconosciuti, copertine di case editrici per me nuove, titoli allettanti e autori interessanti. Tutto ciò mi dà molto entusiasmo e mi rende molto (troppo) propensa all'acquisto. Preso atto dell'impossibilità di svaligiare la libreria di cotanti tesori sconosciuti, non ho potuto fare a meno di portare via almeno due di quei gioielli di mondi lontani.
Vi terrò aggiornati sull'esito della scelta. Per ora mi preparo a tornare in Italia con una valigia troppo piena di libri. Malgrado il Kindle ad aspettarmi.
Postilla per i miei genitori: don't worry ho usato i miei soldi. E poi costavano solo 5 euro l'uno, suvvia.

martedì 13 dicembre 2011

Dona Flor e i suoi due mariti

Il titolo di questo post è dedicato ad uno dei miei romanzi preferiti, a firma dello scrittore brasiliano Jorge Amado. Anche il mio blog gli rende omaggio: "l'officina dei miracoli" è ispirato dal titolo di un altro suo libro, La bottega dei miracoli. Di Amado adoro la freschezza e la politicità, l'inno all'amore e alla cucina, le storie avvincenti e le ambientazioni calde. Ormai è da tanti anni che non mi capita di leggere un suo libro e mi riprometto di farlo al più presto. So che quando avrò voglia di amore e di storie e di Storie, nella scrittura di Amado potrò sempre trovare nutrimento. E avere di queste certezze non è poca cosa.
Giovedì sera sono stata invitata a cena da un'amica colombiana, Sylvia. Abbiamo parlato di letteratura sudamericana, uno dei miei soggetti preferiti. Ho scoperto che anche lei ha una passione per Amado e per il suo Dona Flor. Abbiamo riso insieme, tra le birre e le tarte flambée, sulla fantastica storia di donna Flor, alle prese con un defunto marito ballerino che continua a farle visita e un marito farmacista e serioso di cui non può dirsi non innamorata.
L'atmosfera della brasserie alsaziana condita dai sapori della narrativa sudamericana ha reso la serata davvero piacevole.
Ai miei occhi, Bucaramanga (la città di Sylvia) e Bari (la mia) sembravano avere in comune soltanto la B. Finché una serata dicembrina (a Strasburgo) ha scombussolato le carte rendendomi grata per i fili che la letteratura è capace di intessere anche da un capo all'altro del mondo.

domenica 11 dicembre 2011

Il politico e la letteratura: linguaggi di uno spazio condiviso

Zola ha costruito il fitto mondo dei Rougon-Macquart per opporre in un certo senso il pieno della parola poetica al vuoto della parola politica, così ci ha spiegato Madame Reverzy a lezione.

Son Excellence Eugene Rougon è un romanzo politico, che narra le vicende del signor Rougon e il suo rapporto col potere durante il Secondo Impero. Il romanzo non è solo politico nel contenuto, è il politico stesso ad informare la narrazione. La forma romanzesca si fa politica. In che modo?
Il reale, gli avvenimenti, persino le relazioni coniugali sono rappresentate in base a rapporti di potere. Più precisamente, di subordinazione.
Ognuno è lo schiavo di qualcun'altro. Questa rigida gerarchia che è alla base del dispotismo, è però quanto mai fragile ed arbitraria. I rapporti di subordinazione sono sempre passibili di rovesciamento perché il potere del padrone è basato sul potere dei suoi schiavi. Se la banda si scioglie, si annulla il potere di quell'uno che la dominava.
Un gouvernement n'est pas un roi, mais les créatures qui entourent ce roi.
Si tratta di un meccanismo che, per Zola, è eterno ed immutabile.
Questo è il primo livello di lettura del romanzo.

Utrecht University Library
Ad un'analisi più approfondita, il discorso sulla finzione della politica diventa anche una riflessione sulla finzione della parola romanzesca. Anche la parola poetica è un esercizio di potere, il romanziere è libero di condurre il suo racconto, di tacere su certi avvenimenti e di intessere determinati intrighi.
La politica, la Storia con la S maiuscola, utilizza nella sua espressione gli stessi elementi del discorso poetico.
Non è possibile, come invece lo riteneva Aristotele, separare la storia dall'arte. Entrambe partecipano di uno stesso spazio e sono reciprocamente connesse.
Jacques Rancière lo chiama
le partage du sensibile
 Storia e finzione condividono lo stesso terreno, si mescolano e si confondono . Il linguaggio dell'arte non è altro che il modo con cui il mondo, nella sua materialità storica e sociale, si rende visibile.

La letteratura è tutto fuorché autotelica. Non è separata dal mondo, ma lo illumina e lo rende più visibile.
Un altro motivo per cui è così avvincente ed entusiasmante studiarla e conoscerla.

sabato 10 dicembre 2011

qualche spiegazione sul (sotto)titolo

Mi sembrava che la bellezza degli alberi fosse ancora la sua stessa bellezza e che il suo bacio mi avrebbe rivelato l'anima di quegli orizzonti, del villaggio di Roussainville, dei libri che leggevo quell'anno; e la mia immaginazione esaltandosi al contatto con la mia sensualità e la sensualità dilagando in tutti i campi dell'immaginazione facevan sì che il mio desiderio non avesse più limiti. (Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

Queste parole saltano fuori dal mio vecchio blog,  testimone dell'ultimo anno di liceo e del primo anno di università. Le ho rilette ieri, mentre ricopiavo i contenuti di quel blog su un file word, archiviandolo nella memoria del computer.
Da qui l'ispirazione: le scintille che cerco nascono proprio da questo prodigioso incontro di sensualità e immaginazione.
La parola immobile che proviene da un differente mondo di sensi trova in me un'eco profonda ed aggiunge profondità e astrazione al mio sentire e immaginare.
Per evitare che questo sentire resti la percezione di un momento e per permettere che invece la potenza scaturita da un desiderio entrato in risonanza con un altro desiderio venga interiorizzato e reso disponibile all'agire,
mi piace pensare che esso abbia bisogno di essere comunicato e liberato.



Alla ricerca delle scintille

Sono una laureanda in Lettere, assediata dalle domande sul mio futuro, sul senso del  mio studio, su ciò che significa per me studiare letteratura. Sono tanti i momenti di sconforto e questo blog vorrebbe essere una lucina che nei momenti bui ricorda i perché.
Ho scelto di studiare letteratura per ammirare da più vicino gli incessanti prodigi che la letteratura - vera e propria officina dei miracoli - produce. Scintille che arrivano ad influenzare la mia quotidianità, il rapporto con gli altri, con me stessa, con la politica, con il linguaggio e le lingue.
Scriverò in questo diario virtuale dei momenti in cui queste scintille si sono prodotte, perché in ogni giornata ce n'è almeno una, su questo non c'è dubbio.
Si tratta solo di cercare con cura, perché alle volte le pepite d'oro si nascondono sotto ammassi di preoccupazioni e cumuli di insoddisfazioni.
Pronti, partenza, via! La ricerca delle scintille comincia.