domenica 26 febbraio 2012

Contro l'accademia - parte seconda


In your modesty you seem to consider that writers are of different blood and bone from yourselves; that they know more of Mrs. Brown that you do. Never was there a more fatal mistake. It is this division between reader and writer, this humility on your part, these professional airs and graces on ours, that corrupt and emasculate the books which should be the healthy offspring of a close and equal alliance between us.

Virginia Woolf ci ricorda in questo meraviglioso saggio dal titolo Mr Bennet and Mrs Brown che, scrittori o lettori, partecipiamo tutti allo stesso processo di osservazione e creazione del mondo.

Gli studiosi spesso lo dimenticano e si fanno assalire da un terribile senso di inferiorità che li porta a scomporre, analizzare e pietrificare ciò che invece ha bisogno di essere re-immaginato e re-raccontato. In questo modo, all'ascoltatore o al lettore la letteratura non potrà far altro che sembrare strana e anche un po' superflua.

Se vogliamo essere insegnanti o se, più semplicemente, abbiamo l'intenzione di presentare le nostre letture ad altri, dovremmo innanzitutto abbandonare ogni forma di complesso e di reverenza. E sentirci capaci anche noi di immaginare e scrivere di una qualunque Mrs Brown incontrata sul treno, sul tram, sull'autobus, sull'aereo. Forse allora riusciremo a vedere e a sentire più che a capire. Apprezzeremo e trasmetteremo l'importanza del chiedersi come vedono o sentono gli altri e come vedevano e sentivano quelli che c'erano prima di noi.

O almeno credo

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