giovedì 12 gennaio 2012

Ecrire pour étourderie

  Per un esame di Letteratura Francofona, ho avuto la fortuna di leggere alcuni romanzi africani. Tutti degli anni Settanta, scritti all'indomani dell'indipendenza dalla Francia.
In Xala, romanzo del senegalese Sembene Ousmane, il protagonista diventa improvvisamente impotente, proprio dopo aver contratto il suo terzo matrimonio. Dilapiderà soldi ed energie per cercare la causa di questa impotenza (lo xala per l'appunto). Sono state le sue prime due moglie a lanciargli la maledizione? O i familiari della terza moglie? O il mendicante che è all'angolo della strada? O i suoi collaboratori? Per scoprirne la causa occorrerà rivolgersi alla medicina wolof e ricollegarsi all'antica cultura africana.
Il secondo romanzo, La vie et demie, è di un congolese, Sony Labou Tansi. Una vita e mezza è quella che vivono le vittime della dittatura, che non riescono a morire e continuano ad apparire ai loro compagni e rivali sulla terra. E' quello che succede a Martial che, tagliato a pezzi dal Guide Providentiel, riuscirà a generare figli anche da morto.
 Les crapauds-brousse è  un'opera di uno scrittore della Guinea, Tierno Monenémbo. Diouldé, tornato dai suoi studi in Ungheria, si ritrova presto risucchiato nel vortice del potere malato della società post-coloniale.
Ciò che ho adorato di questi libri è l'urgenza che essi comunicano. Tansi definisce il processo creativo uno "scrivere per stordimento". L'atto della scrittura non nasce da una presa di coscienza razionale, è piuttosto una spinta alla sopravvivenza, una necessità. Per non soccombere, la scrittura ha bisogno di ritornare nella foresta (la brousse del titolo di Monenénembo),  di fare ricorso alle risorse degli antichi linguaggi e delle antiche credenze (xala è una parola wolof), di ritornare all'epica e alla favola in cui la distinzione tra i vivi e i morti è flebile ed il tempo è eterno.
Qualcuno ha paragonato questa letteratura a quella di Garcia Marquez in particolare e a quella sudamericana più in generale. Forse l'Europa non ha più nulla da raccontare?

Nessun commento:

Posta un commento